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ALCUNE DOMANDE UTILI SULL'EDUCAZIONE PARENTALE

DI CHE COSA SI TRATTA?

 

Di un gruppo di adulti che si riuniscono realizzando un progetto educativo con una propria identità. 

Rappresenta la possibilità di provvedere in maniera autonoma all'istruzione dei propri figli; il ruolo di docenti verrà ricoperto da genitori o da insegnanti privati. 

Alla base della scuola parentale c'è una visione olistica che non si concentra soltanto sulla trasmissione classica delle conoscenze: si dà attenzione al tema della salute, a quello dell'alimentazione, a quello dell'ambiente e si pongono in rilievo le relazioni. 

 

C'è poi un'educazione esperienziale, che abitua alle connessioni e all'interdisciplinarietà partendo dall'esperienza diretta e dall'uso delle mani, del corpo, per arrivare poi agli apprendimenti che riguardano la sfera cognitiva.

È un luogo di cura educativa. 

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CHE RUOLO HANNO I GENITORI?

 

Il genitore che aderisce ad un progetto di Educazione Parentale deve sapere che la realtà che incontra e accetta non è quella della scuola pubblica o privata, poiché queste ultime sono allo stesso modo strutturate sul processo della delega.

La scelta di aderire di solito è presa perché si ha un’esigenza verso il figlio di trovare per lui una “realtà protetta”.

All’interno di un progetto di Educazione Parentale il genitore è consapevole della scelta intrapresa e pertanto deve avere un ruolo attivo nel progetto.

Il genitore consapevole permette all’insegnante di svolgere il suo compito, collaborando al progetto a livello volontario, contribuendo alle esigenze di mantenimento del progetto.

Sostenere il progetto significa impegnarsi in azioni concrete e costanti, mantenendo l’ambiente confortevole e adatto alla crescita e all’apprendimento in armonia.

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I MIEI FIGLI DEVONO SOSTENERE UN ESAME A FINE ANNO E IN CHE COSA CONSISTE?

 

La legge prevede un esame annuale dai 6 ai 16 anni secondo il decreto legislativo n. 62/13 aprile 2017, art. 23.

 

Gli esami di idoneità̀ e quelli di licenza vengono fatti per formalizzare la carriera scolastica dello studente homeschooler o per stabilire il livello dell’apprendimento dello studente nel momento in cui si desidera farlo rientrare nel percorso scolastico tradizionale.

Gli esami devono rispettare le Linee Guida Nazionale del MIUR sulle valutazioni che parlano di competenze acquisite nel corso degli anni e non il programma prescelto dalla scuola.

 

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NATO PER COMPRENDERE

 

Il gruppo che ha avuto la forza e la volontà di ideare e far partire Nato per comprendere, ha bisogno del supporto dei genitori aderenti affinché si possa continuare a colmare un vuoto sociale ed educativo e che possa proseguire anche negli anni futuri perché più bambini possano avere le stesse opportunità di quelli che frequentano attualmente il progetto e ricreare una nuova società di adulti.

Ricordando infine che l’educazione dei bambini (non intendendo solo l’istruzione scolastica) deriva da tutta la collettività degli adulti, genitori e non, vogliamo richiamare con il nostro progetto il concetto educativo dei villaggi i cui popoli vivono e sentono ancora molto il concetto di comunità, in cui è compito di tutti avere “cura” dei più piccoli.

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” (proverbio africano).

 

“Sono nato per Comprendere e non per pretendere”.

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